Drop of Sarcasm

Drop of Sarcasm

Thursday, 8 November 2007

Storie con la r strana

Io trovo che nel viaggiare il mio rapporto con lingua e tono cambi molto. Per esempio penso in inglese e parlo più a bassa voce. Ovviamente tutto questo è dentro di me. E mi viene in mente una citazione dalle labbra di Albus: "anche se tutto questo succede nella tua testa, perchè mai non dovrebbe essere reale?" Tutto ciò per dire che un po' mi dispiace scrivere in italiano questa volta, ma credo sia meglio anche perchè pure "lei" vorrà leggere con agilità.

Ho pensato spesso al termine [metropolitano] in questi sette giorni parigini. Mi sono convinto del fatto che il sentirsi metropolitano dipenda in gran parte dalla capacità della città di reggere se stessa, di farti correre perchè il bisogno di farlo è la normalità. Il passo veloce, la ragnatela sotterranea specchiata in quella di terra e spesso in quella dei grattacieli, i mille §pardon§ sul metrò, i mendicanti, gli infiniti piani di centri commerciali, la lunghissima linea retta che dal centro dell'arte, la galleria dei da Vinci ti vorrebbe condurre sopra e sottoterra al grande arco di pietra, fino a quello di acciaio e vetro dei magnati del denaro. Quella strada copre i secoli. Tutto ciò: il brulicare, mi è sembrato normale, al suo posto. Anche le periferie passate in treno rincasando, quelle stesse strade che pochi mesi fa bruciavano di proteste... Tutto nel suo posto, che fosse pacifico o messo a ferro e fuoco. Ed io mi sentivo metropolitano, per così dire. Magari non si capisce, ma Parigi mi piace, la trovo una distesa umana: people più feelings.
Lei:
d'ora in avanti questa merita di essere una storia al plurale ed un racconto dettagliato.
Lunedì 29 ottobre

Giusto per continuare la mia simpatica sequela di sfortune aeronautiche, anche questa volta il volo era posticipato e l'aereo ci ha mollati sulla pista di Beauvais con poco meno di un'ora di ritardo, il tempo necessario per perdere di 10 minuti l'ultimo treno per Herblay che ora non è più alle 00.53 ma alle 00.40, rendendo del tutto inutile la corsa Porte Maillot - San Lazare. Non oso dire chi, dopo aver scambiato un Caravaggio per un Tiziano al Louvre, ma questa stazione dai 30 binari fu un tempo ispirazione per un pittore impressionista... Ansimanti, non abbiamo quasi fatto a tempo ad appollaiarci sulla panchina che due ceffi ci hanno chiesto i biglietti. La triste scoperta è stata che la stazione chiudeva di notte e che non saremmo potuti rimanere li fino alle 5.57 per il primo treno. I due personaggi alla fin fine non erano altro che due assonnati controllori, che hanno avuto il buon cuore di farci salire su un treno fermo invece di buttarci fuori dalla stazione, e di farci stare in un ottimo scompartimento di prima classe (riscaldato, finchè non ho girato la manopola per il troppo caldo, accendendo l'aria condizionata che non sono più riuscito a spegnere...questa azione mi è costata un'arringa). Ora, anche io devo rivolgere a me stesso un rimprovero e darmi un consiglio. Negli anni, per ogni viaggio che ho intrapreso, non ho mai esitato a mettere in valigia i fidati 5 metri di cordino, che già mille volte avevano salvato situazioni grigissime. Per una qualche sega mentale questa volta mi sono convinto che non sarebbero stati utili. Essere in un vagone di un treno fermo in una stazione buia e deserta non ti mette di certo a tuo agio. Il silezio di questo grande spazio in mezzo ad una città della quale senti il respiro sommesso tutto attorno... Come già sperimentato quest'estate andando in Calabria, con una corda si può legare la maniglia della porta al vano bagagli sopra i sedili in modo che la porta scorrevole non possa essere mossa. Questo consente una splendida cosa: dormire senza temere per la propria persona ed i propri oggetti. Per fortuna Lei vestiva uno splendido cappotto di taglio francese con cintura rimovibile, lunga appena a sufficienza per lavorar di nodi. Queste sono state ad ogni modo ore un po' tese, ma alla fin fine è arrivato:

martedì 30 ottobre

Ad Herblay:

sonno ristoratore,
spesa,
una birra al sole in giardino,












verso la metropoli per vederla dall'alto.

Mercoledì 31 ottobre.

A dirla tutta non ricordo la scaletta della giornata, ma se non sbaglio l'abbiamo passata a gironzolare per Parigi vagando per le zone più centrali con visitina al Palais De Tokio, che però questa volta non aveva esposte delle opere particolarmente belle ed il piano superiore era anche chiuso. Ad ogni modo mi affiderò alla Sua memoria per rivangare quanto accaduto in questa data.

Giovedì 1 novembre.

Ahah, mi vien già da ridere... Lei mi prende sempre in giro perchè io studio in libri pieni di figure. Mi dice che sono per bambini. Non posso far altro che dispiacermi che i suoi siano stati stampati in case editrici che non hanno mai misto l'inchiostro colorato. Eppure queste due visioni cromaticamente antagoniste dovranno pur venirsi incontro in un modo o nell'altro. Purtroppo per lei Parigi non offre ancora un museo dedicato al codice penale. Offre però la mitica città della scienza e dell'industria. Per quanto io li dentro fossi un bambino in mezzo alle mie figure colorate, non vedevo in lei il trasporto emotivo che pervadeva me nell'indossare cuffie, pigiare bottoni, toccare magneti, osservare la curva di Gauss o tentare di piegare le leggi della prospettiva. Vabbè, del resto a breve mi sarei beccato il Louvre per la quarta volta, e alla fin fine non mi dispiaceva neppure troppo. Anche quello è pieno di figure colorate...
Prima di finire questo paragrafo però ho un consiglio da dare: se avete intenzione di visitere la citè des sciences & de l'industrie non fate la coda per le biglietterie automatiche. Nella vostra allegra mezz'ora di fila vi sarete infatti resi conto che qui c'è un cinema moderno con schermo enorme e semisferico ma che per entrare bisogna prenotare. Magari avete appena deciso quale proiezione vedere, quando arrivati al termine della coda scoprite un piccolo cartello in francese, prima invisibile che legge: il cinema non è prenotabile dalle biglietterie automatiche... Per il resto questo è un posto bellissimo soprattutto per i bambini.

Fuori dall'edificio c'è un parco molto carino con un canale, presso il quale il volto di lei finalmente ritròvo il sorriso e per mantenerlo shopping agli Champs-Elysées e magazzini La Fayette...

Sotta la Sua giudiziosa guida o severo scrutinio ho scelto tre maglioni al prezzo di due.
Mi sento sexy.

Venerdì 2 novembre:
Versailles, con giro in barca e visita ai quartieri della servitù nell' Hameau de la Reine. Quest'ultimo angolo del parco era a me sconosciuto e consiglio di visitarlo. Io ci sono stato condotto da lei che di nome fa Teresa.



Altro consiglio per chiunque abbia voglia di visitare questo posto. Nel piazzale antistante la reggia di solito ci sono due code, una sulla destra ed una sulla sinistra. La prima volta che ci sono andato entrambe erano adatte per fare i biglietti per entrare nella reggia. Bene, dopo mezz'ora di coda a destra siamo arrivati al solito piccola cartello in fondo alla fila che diceva che questa coda era solo per chi era già in possesso del biglietto... Devo anche fare un triste commento: provate a sparare di che nazionalità erano gli unici coglioni che hanno provato a saltare metà della fila...
Anyway, this is the thing Luis X? would say every morning looking out of his window:
Il resto della giornata l'abbiamo devoluta al Louvre che consiglio a tutti i giovanotti di vedere il venerdì, perchè se hai meno di 26 anni dalle sei alle alle nove e mezza è gratis. Questa è un'altra delle scoperte di Teresa. Che donna economa...

Sabato 3 novembre.

Altri giri per Parigi, quali: Ile de Cite, Montmatre, consiglio metro 2 fermata La Chapelle per il quartiere indiano dove potete trovare un ottima cena vegetariana in 24 rue Cail: ristorante indiano frequentato da indiani con un mango lassie eccezionale e dita sporche garantite...
(può indurre peto esotico.)

Teresa credeva che la cattedrale di Notre Dame fosse falsa o quella sbagliata perchè non grande a sufficienza... Io dico, viva i libri con le foto a colori!

Domenica 4 novembre

La prima domenica del mese i musei sono gratis a Parigi e quindi: D'Orsay alla mattina e Pompidou al pomeriggio!


Lunedì 5 novembre

Giornata dedicata al passeggio. Da Canal san Martin fino alla Defanse, sfruttando un po' di autobus e metro.



Martedì 6 novembre

Giornata dedicata alle pulizie e alla lavanderia.


Mi sa che le somme di questa vacanza andranno tirate fra qualche tempo, ma per ora ho sentito soprattutto good vibrations.
Per il resto delle foto:

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